Volo notturno: attivi anche i visori notturni. Aumentano i siti

Volo notturno – fase 2. Dalla notte appena trascorsa, dopo uno specifico addestramento, i piloti degli elicotteri SUEM 118 usano i visori notturni. Ciò consente di poter atterrare anche di notte in siti non illuminati, con un significativo aumento degli approdi utilizzabili, soprattutto in provincia di Belluno.

Il volo notturno in ulss Dolomiti è stato attivato il 29 settembre, con temporanea partenza da Treviso fino al completamento dei lavori della Base HEMS di Pieve di Cadore. Ad oggi le missioni in provincia di Belluno  sono state 16.

Dopo una prima fase in cui sono stati utilizzati approdi illuminati e inseriti nei manuali di volo, da questa notte è possibile atterrare di notte anche nei siti non illuminati censiti. I piloti, infatti, dopo uno specifico addestramento e il superamento di una quota di ore di volo dedicate, sono stati abilitati all’utilizzo dei visori notturni (Night Vision Goggles – NVG), tecnologia che fino a pochi anni fa era riservata all’ambito militare e che consente la visione di tutti gli ostacoli anche in assenza di luce.

Per l’ulss Dolomiti, questo significa poter contare complessivamente su un totale di 36 approdi, tra basi omologate, siti illuminati e siti non illuminati, con una copertura capillare del territorio, ed in particolare delle Terre Alte. In questi mesi, il personale delle Centrali Operative del SUEM ha identificato gli approdi, ottenendo l’assenso dei gestori al loro utilizzo e predisponendo tutte le procedure per l’accesso e l’accensione delle luci .

«Il volo con i visori notturni significa maggiore sicurezza per il territorio, garantendo tempi di soccorso molto più rapidi in molte zone delicate anche di notte: penso al Comelico e all’Alto Agordino», commenta il direttore generale Maria Grazia Carraro, «il prossimo passo sarà censire altri siti, partendo dall’analisi epidemiologica della provenienza delle richieste di intervento, dai tempi di percorrenza e dagli afflussi stagionali. Penso, ad esempio, ai rifugi. Nel nostro territorio, per le sue peculiarità, è stato fatto un lavoro certosino per individuare un numero di siti maggiore rispetto ad altre zone: ringrazio il SUEM, le amministrazioni comunali, i volontari che gestiscono gli impianti sportivi e il Soccorso Alpino per la mappa che tutti insieme hanno consentito di creare e che dà sicurezza».

«Il volo notturno in Veneto, sin dall’inizio, ha potuto contare su un numero di siti di atterraggio notturni molto più elevato rispetto a quelli di cui disponevano all’avvio del volo notturno i servizi attivati in altre regioni. Siamo ora entrati nella “fase 2”, nella quale con l’impiego dei visori notturni l’elicottero può atterrare anche su siti non illuminati rendendo ancora più capillare la possibilità di atterraggio», commenta Paolo Rosi, Coordinatore del SUEM Regionale, «La disposizione dei siti consente di coprire la parte del territorio che richiede tempi lunghi di accesso all’ospedale Hub da parte dei pazienti critici; particolare attenzione è stata rivolta alla provincia di Belluno, per fare in modo che su tutto il territorio sia disponibile una superficie per l’atterraggio».

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