Teleocuslitica fase 2. Retinografo al centro diabetici: operativo anche in Agordo

Dopo Pieve di Cadore, anche all’ospedale di  Agordo è operativo il retinografo installato al Centro anti Diabetici per lo screening del fundus oculi per una diagnosi precoce della retinopatia diabetica. Doppio il vantaggio: con un solo accesso al centro anti diabete il paziente ha la visita diabetologica e l’esame del fundus che viene refertato in remoto, risparmiando tempo e viaggi.

 

La rete dei retinografi è una applicazione di tele oculistica, primo step del progetto di potenziamento della Telemedicina finanziato con i Fondi Comuni di Confine  e con il cofinanziamento Ulss.

 

La Retinopatia diabetica, infatti, è una complicazione del diabete che colpisce gli occhi. È causata da un danno ai vasi sanguigni del tessuto della parte fotosensibile dell’occhio, la retina. Se non diagnosticata e trattata precocemente può portare alla cecità.

Di norma, le persone con diabete eseguivano lo screening del fundus ogni 2 anni attraverso una visita oculistica nelle unità operative di Belluno e Feltre. Con il nuovo sistema avviato oggi, invece, la persona con diabete, contestualmente al controllo diabetologico, con un solo accesso al Centro Anti Diabete vicino a casa, esegue anche l’acquisizioni delle immagini per lo screening attraverso i retinografi acquistati nell’ambito del progetto (82 mila euro). Il personale del CAD, infatti, è stato formato dai medici oculisti per la raccolta e la trasmissione delle immagini alle unità operative di oculistica dove vengono refertate. Nella maggioranza dei casi lo screening si conclude cosi. Nel caso venga rilevata la patologia, il paziente viene preso in carico per gli approfondimenti necessari.

I vantaggi per il paziente, spesso anziano, e chi lo accompagna, quindi, sono un notevole risparmio di tempo e, per le terre alte, dello spostamento verso Belluno, avendo la stessa identica prestazione in tutta la provincia. In provincia le persone con esenzione per diabete sono 11 mila.

 

Da novembre ad oggi oltre 120 pazienti di Pieve di Cadore e Agordo hanno potuto usufruire di questa metodica.

 

«La Telemedicina ci consente di muovere immagini e non le persone, che in tutti gli ospedali della provincia possono avere la stessa qualità di prestazione. In questi primi mesi di test il sistema ha dimostrato di funzionare e di trovare il gradimento degli utenti», ha commentato il direttore generale Maria Grazia Carraro, «fare rete premia: hanno fatto rete i nostri professionisti per la formazione e la costruzione del percorso, ha fatto rete il territorio che ha investito in questo progetto i Fondi dei Comuni di Confine. Con grande vantaggio per molti cittadini, prevalentemente anziani, e per i loro familiari, in termini di tempo e spostamenti»

 

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