La tecnologia e il lavoro di rete azzerano le distanze

È stata presentata oggi a Pieve di Cadore la prima applicazione di tele oculistica, primo step del progetto di potenziamento della Telemedicina finanziato con i Fondi Comuni di Confine e con il cofinanziamento Ulss.

A Pieve di Cadore è operativo il primo dei quattro retinografi installati nei Centri anti diabetici di Pieve, Agordo, Belluno e Feltre per lo screening del fundus oculi per una diagnosi precoce della retinopatia diabetica.

La Retinopatia diabetica, infatti, è una complicazione del diabete che colpisce gli occhi. È causata da un danno ai vasi sanguigni del tessuto della parte fotosensibile dell’occhio, la retina. Se non diagnosticata e trattata precocemente può portare alla cecità.

Di norma, le persone con diabete eseguivano lo screening del fundus ogni 2 anni attraverso una visita oculistica nelle unità operative di Belluno e Feltre. Con il nuovo sistema avviato oggi, invece, la persona con diabete, contestualmente al controllo diabetologico, con un solo accesso al Centro Anti Diabete vicino a casa, esegue anche l’acquisizioni delle immagini per lo screening attraverso i retinografi acquistati  nell’ambito del progetto (82 mila euro). Il personale del CAD, infatti, è stato formato dai medici oculisti per la raccolta e la trasmissione delle immagini alle unità operative di oculistica dove vengono refertate. Nella maggioranza dei casi lo screening si conclude cosi. Nel caso venga rilevata la patologia, il paziente viene preso in carico per gli approfondimenti necessari.

I vantaggi per il paziente, spesso anziano, e chi lo accompagna, quindi, sono un notevole risparmio di tempo e, per le terre alte, dello spostamento verso Belluno, avendo la stessa identica prestazione in tutta la provincia. In provincia le persone con esenzione per diabete sono 11 mila. Solo a Pieve di Cadore si stima saranno eseguite 300 esami di screening con il retinografo all’anno.

«Questa prima applicazione della Telemedicina è il simbolo del lavoro di rete che azzera le distanze: si muovono le immagini e non le persone che in tutti gli ospedali della provincia possono avere la stessa qualità di prestazione», ha commentato il direttore generale Maria Grazia Carraro, «hanno fatto rete i nostri professionisti per la formazione e la costruzione del percorso, ha fatto rete il territorio che ha investito in questo progetto i Fondi dei Comuni di Confine. Con grande vantaggio per molti cittadini, prevalentemente anziani, e per i loro familiari, in termini di tempo e spostamenti. E presto vi presenteremo altre applicazioni della Telemedicina»

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