Giornata mondiale contro l’ipertensione arteriosa

Che cos’è l’ipertensione?

L’ipertensione è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie, determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue. E’ il più comune fattore di rischio modificabile per le malattie cardiovascolari

e si prevede che entro il 2025 interesserà circa 1,5 miliardi di individui, pari a 1/5 della popolazione mondiale.

 

Quali sono i fattori di rischio?

Alcuni fattori di rischio responsabili dello sviluppo dell’ipertensione arteriosa sono:

  • età
  • familiarità (anche solo uno dei genitori o parente di primo grado)
  • eccessivo consumo di sale
  • sovrappeso o obesità
  • sedentarietà
  • uso di farmaci o sostanze che possono aumentare la pressione (contraccettivi, farmaci antinfiammatori, cortisonici, vasocostrittori nasali, anfetamine, cocaina, liquirizia etc.)
  • cause ormonali (aldosterone, renina, catecolammine)

 

Quali sono i sintomi dell’ipertensione?

Molte delle persone affette da ipertensione non lamentano sintomi, anche in presenza di valori pressori molto elevati. I sintomi legati all’ipertensione arteriosa, infatti, non sono specifici, e per questo sono spesso sottovalutati. Tra i sintomi più comuni troviamo:

  • Mal di testa, specie al mattino
  • Stordimento e vertigini
  • Ronzii nelle orecchie (acufeni, tinniti)
  • Alterazioni della vista (visione nera, o presenza di puntini luminosi davanti agli occhi)
  • Perdite di sangue dal naso (epistassi)

 

Come prevenire l’ipertensione?

Secondo il Ministero della Salute, ogni persona può adottare cinque misure concrete per ridurre al minimo il rischio di sviluppare l’ipertensione con le sue conseguenze dannose:

  1. Seguire un regime alimentare sano e bilanciato, con particolare attenzione a una nutrizione adeguata per i bambini e i giovani.
  2. Evitare il consumo dannoso di alcol.
  3. Praticare attività fisica regolarmente e mantenere un peso corporeo nella norma.
  4. Smettere di fumare e di esporsi al fumo passivo.
  5. Gestire lo stress in maniera sana.

 

Quali sono i valori normali?

La misurazione della pressione arteriosa viene espressa attraverso due valori, pressione sistolica (massima) e pressione diastolica (minima), derivati dalla contrazione (sistole) e dal rilasciamento (diastole) del muscolo cardiaco tra un battito e l’altro.

I valori normali per la popolazione adulta sono compresi entro i 140/85 mmHg. Pertanto, si parla di ipertensione quando uno o entrambi i valori di pressione sono costantemente superiori alla norma.

 

Come misurare correttamente la pressione?

  1. Sedersi per almeno 5 minuti in ambiente silenzioso e confortevole, senza accavallare le gambe, prima di iniziare la misurazione
  2. Appoggiare il braccio, in posizione comoda, all’altezza del cuore
  3. Almeno 1 ora prima della misurazione, per ottenere dei valori affidabili, è bene non assumere alcool, caffè o thè, farmaci decongestionanti nasali e non fumare
  4. Effettuare 2-3 misurazioni in sequenza (a distanza di 1 minuto)
  5. Misurare la pressione anche in piedi, dopo 1-3 minuti
  6. Rilevare anche la frequenza cardiaca

 

“L’ipertensione arteriosa è solitamente subdola e il solo modo per fare diagnosi è quello di sottoporsi periodicamente a misurazioni della pressione. Il più delle volte si arriva alla diagnosi quando i valori di pressione, alti da parecchio tempo, hanno già fatto danno o, addirittura, in occasione di eventi acuti (infarto miocardico, ictus cerebrale). Una volta diagnosticata l’ipertensione arteriosa, è utile sottoporsi ad alcuni esami che permettono di capire se l’ipertensione ha già danneggiato i vasi, il cuore, i reni, aiutando il medico nella definizione del profilo di rischio cardiovascolare dei pazienti e nella scelta della terapia antiipertensiva più adatta.” spiega il Responsabile dell’UOS di Imaging cardiovascolare, Giuseppe Bilardo.

 

La possibilità di misurare la pressione arteriosa con metodica semplice nasce nel 1896 quando il medico italiano Scipione Riva Rocci, modificando una precedente invenzione, mise a punto lo strumento chiamato sfigmomanometro, che usiamo ancora oggi. Da allora, per tutta la prima metà del secolo scorso, sono stati condotti numerosi studi che hanno identificato i valori di ‘normalità’  e che hanno dimostrato che l’ipertensione aumenta il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e aumenta il rischio di morte rispetto alle persone con normale pressione arteriosa. Dagli anni ’60-70 sono comparse le prime cure farmacologiche e numerosi studi condotti con metodo scientifico fino agli anni ’90 dimostrarono che la riduzione della pressione arteriosa portava ad una riduzione delle malattie cardiovascolari e un aumento della sopravvivenza.

 

“La ricerca farmaceutica ha quindi fornito cure efficaci e ben tollerate per il controllo di questo importante fattore di rischio: sono disponibili molteplici categorie di farmaci antiipertensivi e per ogni categoria sono disponibili diverse molecole.” commenta il Direttore dell’UOC di Cardiologia di Belluno, Alessandro De Leo “La terapia farmacologica, che deve essere sempre accompagnata dalle modifiche dello stile di vita e dalle misure igienico-dietetiche, va testata identificando nella singola persona la tipologia di farmaco e la sua posologia più adatte. La terapia farmacologica, in generale, va assunta in modo continuativo alle dosi indicate dal medico, ma vi può essere la necessità di  modularla nel corso del tempo. Pertanto la pressione arteriosa va controllata regolarmente – ma non troppo assiduamente – per verificare l’efficacia della terapia.”

 

 

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