Bilancio 2021: costi maggiori per garantire i servizi

L’Ulss Dolomiti ha chiuso il bilancio 2021 con una perdita di esercizio di 19 milioni di euro su un valore della produzione pari a oltre 486 milioni di euro.

L’area sociale chiude con un risultato di pareggio.

Il 2021 si è caratterizzato per un aumento dei costi sostenuti per garantire i servizi in maniera diffusa sul territorio e la gestione dell’epidemia covid: da un lato si sono registrate maggiori spese per il personale, sia dipendente che attraverso altre forme di contratto, e dall’altro si è dovuto far fronte all’aumento delle materie prime e dell’energia.

In particolare nel 2021, rispetto al 2020, si è speso:

  • il 14% in più per le attività di prevenzione (+3,2 milioni di euro)
  • il 6% in più per i livelli di assistenza distrettuale (+15,5 milioni di euro)
  • il 4% in più per i livelli di assistenza ospedaliera (+ 9 milioni di euro).

Complessivamente, il 37% dei costi è registrato per la voce personale, che registra un aumento di circa 7,6 milioni di euro rispetto al 2020. E’ aumentato, infatti, il personale dipendente del comparto per la gestione della pandemia covid. A questi si aggiungono i maggiori costi per “prestazioni sanitarie” (+5%) vale a dire per il coinvolgimento dei medici di Medicina generale e pediatri di libera scelta per la campagna vaccinale e per l’effettuazione dei tamponi e per “servizi sanitari” (+9%) per l’acquisto di prestazioni aggiuntive per il recupero delle liste di attesa.

L’aumento dei costi dei servizi “non sanitari”, che passano da 30 a 36 milioni di euro, è del 21%, ed è imputabile all’incremento dei costi legati al Covid (pulizie, sanificazioni, smaltimento rifiuti etc) e all’aumento dei costi per il riscaldamento e l’energia elettrica (che pesano 3,8 milioni di euro).

La disaggregazione delle strutture di offerta, con punti erogativi sparsi sul territorio, implica strutturalmente dei costi fissi, ma la capillarità dei servizi è fondamentale per garantire uniformità di accesso ai servizi in un territorio così vasto e caratterizzato da vallate, con lunghi tempi di percorrenza da un punto all’altro.

La popolazione, tra le più anziane in Veneto con un 27,5% di over 65 e quindi con un maggiore carico assistenziale, nel 2021 si è ulteriormente ridotta, incidendo sui modelli di finanziamento basati su quote capitarie.

Inoltre, nel 2021 si sono registrati casi particolari, con l’aumento della mobilità fuori provincia per discipline non presenti in Ulss o per la cui cura con terapie innovative si sono spese cifre importanti: ad esempio, per un solo paziente sono stati acquistati farmaci per oltre 600 mila euro nel 2021.

Contestualmente all’approvazione del bilancio è stato chiesto alla Regione di ripianare la perdita.

«Chiudiamo un bilancio complesso, immagine di un anno che ha visto un forte impegno dell’Azienda nella gestione dell’epidemia covid e della campagna vaccinale, oltre che nel garantire le attività ordinarie in una situazione di grave carenza di personale, in un territorio che strutturalmente ha costi fissi maggiori che altrove per erogare i servizi in modo diffuso. Questo quadro si inserisce nello scenario che Aziende e famiglie vivono quotidianamente per l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.

Stiamo mettendo in atto strategie per contenere i costi, dove possibile, ma senza intaccare i servizi, e per aumentare la produzione, con tenacia e determinazione» commenta il Direttore Generale Maria Grazia Carraro.

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