Per il ciclo “Giovedì della Salute”, giovedì 11 aprile alle 18.00 nella sala riunioni dell’ospedale di Belluno, il direttore del Dipartimento per le dipendenze Alfio De Sandre e lo psicologo del SerD di Feltre Luigi Turco parleranno di gioco d’azzardo.
Titolo dell’ incontro: “Gioco d’azzardo: È ancora possibile chiamarlo gioco? L’infelicità di vincere facile”.
Nel bellunese il gioco d’azzardo è molto diffuso. Le persone seguite dal servizio dipendenze dell’Ulss 1 Dolomiti con una diagnosi di dipendenza da gioco sono 69. Nei distretti di Belluno e di Feltre, è presente anche un gruppo AMA di supporto oltre agli altri servizi erogati dal SerD.
Il Dipartimento per le Dipendenze, inoltre, in collaborazione con gli enti e i Comuni della Provincia di Belluno, sta portando avanti un’ attività di prevenzione e contrasto delle dipendenze da gioco d’azzardo sul territorio per interventi tesi a definire orari di utilizzo dei punti gioco e loro dislocazione sul territorio (nello specifico le distanze dai luoghi sensibili) che rappresentano tangibili segni di cambiamento culturale.
Il territorio, negli ultimi anni, è stato gravemente colpito da queste problematiche. Dal 2012, infatti, gli utenti in carico ai servizi delle Dipendenze sono passati da 7 a 69 casi nel 2017 con una distribuzione pressoché simile, nel rapporto con la popolazione residente, nei distretti di Belluno e di Feltre. Il volume totale delle giocate ammonta per il 2017 in 260.322.000 euro con una media pro capite di 1258 euro all’anno. Nessun comune della nostra Provincia è immune da questo fenomeno e la giocata media pro capite, seppur di poco, supera quella veneta e nazionale. L’età media di 58,8 anni per le donne e di 51,1 per gli uomini, fa comprendere come questa problematica si inserisca in un percorso di vita avviato e nel pieno del suo sviluppo, relazionale, famigliare e lavorativo. Questi problemi infatti colpiscono non solo il singolo ma tutta la società e in primo luogo il sistema familiare.
In considerazione delle problematiche connesse all’azzardo risulta fondamentale un’attività partecipata di prevenzione – sensibilizzazione, attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini a partire da chi ha responsabilità gestionali e/o comunque dalle figure significative della comunità locale.