Una comunità a sostegno della famiglia : continua la formazione sul disagio giovanile.

Il 25 gennaio si terrà il secondo evento formativo del percorso “Rischio quindi esisto”, iniziato nel mese di dicembre 2018 con lo psicologo psicoterapeuta Matteo Lancini e che si concluderà nel mese di febbraio con lo psichiatra Paolo Cianconi.

L’incontro vedrà Gustavo Maria Pietropolli Charmet, Medico psichiatra psicoterapeuta di fama nazionale e luminare nell’ambito della diagnosi e gestione della psicopatologia dell’adolescenti, trattare l’argomento “attacchi al corpo” (autolesionismo, abuso di sostanze, disturbi alimentari, ideazioni suicidarie).

Charmet si è specializzato a Milano, ha lavorato in comunità terapeutiche per giovani psichiatrici, per poi diventare, nel corso della carriera, Direttore di Unità Operativa presso l’Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano e presso l’Ospedale Psichiatrico di Bergamo. Docente sia all’Università Statale che alla Bicocca, nel 1985 è tra i fondatori dell’Istituto Minotauro di cui è stato Presidente per ventisette anni. E’ stato nominato dal Consiglio Superiore della Magistratura Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni e presidente dell’associazione CAF Onlus Centro Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia in Crisi.

L’evento vedrà il coinvolgimento degli operatori ULSS che operano quotidianamente in questo contesto e che in prima linea sono chiamati a dare risposta ad adolescenti e famiglie in difficoltà.

Il percorso formativo è realizzato nell’ambito del progetto Una Comunità a Sostegno della Famiglia, che vede 25 partner tra Azienda ULSS, Comuni e soggetti appartenenti al terzo settore uniti nella lotta al disagio giovanile, progetto sostenuto dalla Fondazione Cariverona.

Oltre ai percorsi formativi dedicati ai professionisti, sono stati attivati dall’Azienda nel territorio bellunese i “Poli adolescenti”, finalizzati all’implementazione di azioni integrate di ascolto, sostegno e cura dell’adolescente a rischio o psicopatologico attraverso attività individuali e/o di gruppo, in contesti non stigmatizzanti che facilitino il coinvolgimento del ragazzo, della famiglia e di risorse comunitarie.

L’accesso al polo è mediato dai servizi Socio-Sanitari dell’azienda in continuità e in raccordo con i servizi stessi.

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