Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Pieve di Cadore – Chiarimenti

In riferimento agli articoli apparsi sui quotidiani locali negli ultimi giorni, riportanti la notizia di una possibile chiusura del reparto di Pediatria dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Pieve di Cadore, corre l’obbligo di precisare che:

La programmazione ospedaliera della Regione Veneto prevede che presso la sede Ospedaliera di Pieve di Cadore siano mantenuti il Punto Nascita e la funzione di Pediatria, senza posti letto, in coerenza ai volumi di attività rilevati presso quell’ospedale: 110 parti nel 2013 e 38 parti nei primi 5 mesi del 2014,  83 bambini ricoverati nel 2013 e 28 bambini ricoverati nei primi 5 mesi del 2014.

L’Azienda ULSS 1 di Belluno, ben conscia della realtà territoriale, ha previsto di dare attuazione alla programmazione regionale tenendo in debita considerazione da un lato le difficoltà derivanti dalle distanze e dalla dispersione della popolazione e, dall’altro, il doveroso rispetto dei criteri di sicurezza da garantire sia ai pazienti sia agli operatori.

E’ stato sempre garantito il turn over del personale (da ultimo nelle scorse due settimane si è proceduto all’assunzione a tempo indeterminato di due Pediatri), facendo ogni sforzo anche per superare la difficoltà di reperimento di professionisti disposti a lavorare in realtà montana; sono state adottate procedure interne finalizzate a far sì che il personale possa ruotare tra le sedi aziendali per mantenere e ampliare la propria esperienza e garantire livelli adeguati di sicurezza, nel rispetto della logica “fare la cosa giusta, nel momento giusto, alla persona giusta e nel luogo giusto”; sono in via di realizzazione modelli organizzativi che consentano di erogare l’assistenza, integrando tutte le risorse a disposizione dell’Azienda, anche attraverso l’utilizzo dell’organizzazione dei Dipartimenti, attuando una logica di “unico ospedale”, articolato in più sedi.

È, quindi, del tutto inesatta e falsa l’affermazione che “si sia cercato di risparmiare sulla salute delle mamme e dei bambini”,  come da taluni dichiarato a mezzo stampa.

Per quanto concerne, più specificatamente, l’attività pediatrica presso l’ospedale di Pieve di Cadore, l’Azienda ha previsto di mantenere il nido, collegato al punto nascita e di prevedere 2 posti letto tecnici, confinanti con il reparto di Ostetricia e Ginecologia, da dedicare ai piccoli pazienti affetti da patologie trattabili in piena sicurezza presso l’ospedale di Pieve di Cadore, provvedendo, invece, all’invio a centri specializzati (Belluno, in primis, ma anche Treviso e Padova), di quei bambini che, per la severità della patologia, richiedono interventi che solo centri specialistici possono dare.

L’assistenza medica pediatrica verrà garantita con un pediatra in sede dalle ore 8,00 alle ore 20,00 e con una copertura pediatrica notturna da garantire mediante una pronta disponibilità.

L’Azienda ULSS 1 sta cercando di dare una adeguata assistenza alla popolazione del Cadore, utilizzando al meglio le risorse disponibili e coniugando economicità e sicurezza dei percorsi clinici.

Non può, infine, non rilevare come, frequentemente, notizie allarmistiche vengano diffuse ed alimentate da fonti non controllate, con finalità che nulla hanno a che vedere con la tutela della salute e degli interessi delle Comunità coinvolte.

La Direzione ribadisce ai Sindaci, quali rappresentanti delle Comunità,  la massima disponibilità al dialogo e al confronto, come peraltro è sempre avvenuto, in tutte le sedi che verranno ritenute necessarie, soprattutto al fine di evitare che, attraverso la stampa, vengano diffuse in modo incontrollato, notizie fuorvianti, inesatte e capaci di generare un inutile e dannoso clima di preoccupazione ed allarme.

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