Retinografi a Pieve di Cadore e Agordo: oltre 36 mila chilometri risparmiati

Da Belluno a Sidney, andata e ritorno: 36 mila chilometri risparmiati in dieci mesi. Questa la distanza complessiva dei viaggi che, grazie alla tecnologia, sono stati risparmiati grazie all’applicazione della telemedicina all’oculistica.

Dall’attivazione a novembre 2021 ad oggi, sono stati eseguiti 290 esami del Fundus oculi per una diagnosi precoce della retinopatia diabetica, eseguiti dagli infermieri dei Centro anti diabetico di Pieve di Cadore e di Agordo e refertati in remoto dall’oculistica di Belluno, senza far spostare il paziente e con l’unico accesso all’ospedale per la visita diabetologica.

La Retinopatia diabetica, infatti, è una complicazione del diabete che colpisce gli occhi. È causata da un danno ai vasi sanguigni del tessuto della parte fotosensibile dell’occhio, la retina. Se non diagnosticata e trattata precocemente può portare alla cecità.

Di norma, le persone con diabete eseguivano lo screening del fundus ogni 2 anni attraverso una visita oculistica nelle unità operative di Belluno o Feltre.

Grazie al sistema di telemedicina avviato a Pieve di Cadore e Agordo e finanziato attraverso i Fondi Comuni Confinanti, la persona con diabete, contestualmente al controllo diabetologico, con un solo accesso al Centro Anti Diabete vicino a casa, esegue anche l’acquisizioni delle immagini per lo screening attraverso i retinografi acquistati nell’ambito del progetto. Il personale del CAD, infatti, è stato formato dai medici oculisti per la raccolta e la trasmissione delle immagini alle unità operative di oculistica dove vengono refertate. Nella maggioranza dei casi lo screening si conclude cosi. Nel caso venga rilevata la patologia, il paziente viene preso in carico per gli approfondimenti necessari.

In otto mesi sono stati eseguiti oltre 290 esami, con conseguenti 290 viaggi a Belluno risparmiati per i pazienti, spesso anziani, e per i loro accompagnatori.

«Questa è stata la prima applicazione della Telemedicina in azienda ed è il simbolo del lavoro di rete che azzera le distanze: si muovono le immagini e non le persone », ha commentato il direttore generale Maria Grazia Carraro, «hanno fatto rete i nostri professionisti per la formazione e la costruzione del percorso, ha fatto rete il territorio che ha investito in questo progetto i Fondi dei Comuni di Confine. Con grande vantaggio per molti cittadini, prevalentemente anziani, e per i loro familiari, in termini di tempo e spostamenti»

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