PROGETTO “UNA COMUNITA’ A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA”

Il 14 dicembre è iniziato un primo evento formativo che vuole favorire una cultura condivisa, fornire conoscenze e competenze operative sul tema Utilizzo di Internet in adolescenza tra nuove normalità, nuove dipendenze e ritiro sociale al personale dei Servizi Ulss 1 Dolomiti che si occupano della diagnosi e presa in carico di preadolescenti ed adolescenti (U.O.C. Infanzia Adolescenza Famiglia e Consultori dei distretti di Belluno e Feltre, Dipartimento Salute Mentale e Dipartimento Dipendenze).

Le altre giornate del corso si terranno il 25 gennaio e il 22 febbraio 2019.

L’evento rappresenta una parte di un progetto più ampio finanziato dalla Fondazione Cariverona dal titolo “Una comunità a sostegno della Famiglia” che ha l’obiettivo di ridurre il disagio giovanile attraverso il rafforzamento di azioni preventive (interecettazione precoce) e di cura per gli adolescenti. Il progetto, di cui è capofila ULSS 1 Dolomiti e in rete con 25 partner (Comuni, Cooperative, Associazioni) si sviluppa da febbraio 2018 a gennaio 2021.

Nel contesto sociale infatti stanno emergendo importanti segnali che indicano quanto sia fondamentale ascoltare, osservare, rispondere ai bisogni dei preadolescenti ed adolescenti che esprimono, in numerose forme, il loro disagio. Si osserva, infatti, un rilevante aumento di difficoltà comportamentali, gravi aspetti antisociali, disturbi alimentari, uso di sostanze, condotte autolesionistiche, pensieri e condotte suicidarie. In situazioni così complesse si reputa necessario costruire nei Servizi una cultura condivisa per realizzare interventi multiprofessionali ed integrati nel percorso di diagnosi/cura/integrazione sociale dei ragazzi in difficoltà.

E’ importante sostenere la comunicazione sia interna (Servizi ULSS1) che con le altre istituzioni per COSTRUIRE una RETE CHE:

  1. intercetti/individui precocemente situazioni di RISCHIO, di sofferenza e disagio;
  2. contrasti e combatta la solitudine e l’isolamento dei ragazzi;
  3. riconosca il ruolo attivo della famiglia nel costruire progetti di intervento;
  4. favorisca un approccio globale integrando risorse sociali, comunitarie, sanitarie, scolastiche;
  5. costruisca un pensiero comunitario e favorisca una nuova dimensione culturale, un nuovo modello di dialogo;
  6. prevenga l’istituzionalizzazione e l’allontanamento dalle famiglie.

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