Trasporti sanitari e COVID: l’Ulss con le Associazioni

Le Associazioni di volontariato sono parte fondamentale del sistema socio sanitario del nostro territorio. Con le Associazioni che si occupano di trasporti sanitari la sintonia deve essere massima: l’Ulss Dolomiti conferma l’impegno per potenziare la collaborazione.

In merito all’esposizione a rischi COVID correlati da parte di personale volontario, l’Azienda ritiene di rassicurare le Associazioni:

Fin dalla “prima ondata” della pandemia la Centrale Operativa SUEM 118 ha scelto di NON impiegare, per la realizzazione di soccorsi e trasporti di pazienti positivi COVID o comunque con sintomi COVID-correlati, equipaggi appartenenti al mondo del volontariato. Considerata la percentuali di persone covid positive asintomatiche, non si può tuttavia escludere, allo stato attuale, che qualche paziente soccorso per altri motivi risulti successivamente covid positivo.

Al fine di garantire la maggiore tutela, con comunicazione della CO SUEM 118 del 29/10/2020 è stato disposto che tutto il personale operante in autoambulanza a qualsiasi titolo, indossi sempre una mascherina FFP2, occhiali protettivi o visiera nonché, come sempre, guanti monouso. La medesima disposizione prevede come anche il paziente debba indossare una mascherina chirurgica, e se non ne dispone, viene fornita dall’equipaggio intervenuto. Si ricordo, inoltre, come il personale volontario, per la sua stessa natura di soccorritore laico, non compie sui pazienti alcun tipo di “manovra avanzata”, quale gestione delle vie aeree o aerosolterapia, che ovviamente lo esporrebbero a rischi di contaminazione da droplet.

Tutto ciò premesso, si può solo confermare che eventuali pazienti COVID positivi soccorsi o trasportati da equipaggi di personale volontario che abbia applicato le semplici regole della disposizione citata, non sono da considerarsi quali “contatti ad alto rischio”.

Al fine di rendere ancora più chiara tale disposizione, ed in sinergia con il Dipartimento di Prevenzione della AULSS1, è stata  emanata una Istruzione Operativa specifica, che oltre a ribadire quanto esposto sopra, prevede anche che una eventuale “infrazione” della catena delle protezioni, e quindi un improbabile ma sempre possibile contatto ad alto rischio, venga segnalato ed in tal caso l’equipaggio verrà preso in carico dalla Direzione Medica che provvederà ad una attenta valutazione dell’evento, e lo seguirà in tutte le procedure e gli screening che venissero eventualmente ritenuti necessari.

In riferimento alle altre richieste della lettera inviata all’Ulss dalle Associazioni Eva Alpago, Valbelluna emergenza, VOLA SEAS e Stella Alpina, si segnala che già lo scorso settembre si era cercato di riprendere l’attività formativa a favore delle Associazioni ed Enti di Volontariato, e non solo per il rischio COVID ma più in generale per tutti gli aspetti legati al soccorso, ma tale iniziativa si è ben presto arenata con l’arrivo della cosiddetta “seconda ondata”. Sarà ripresa non appena possibile.

Per quel che riguarda l’eventuale sostegno psicologico, si ricorda che è attivo un specifico servizio tramite la Psicologia Ospedaliera con al suo attivo numerosi interventi in diversi ambiti covid.

Sarà cura dell’Azienda comunicare alle Associazioni i precisi contatti e i riferimenti.

«Confermo l’impegno dell’Azienda per migliorare la collaborazione con le Associazioni dei volontari dei trasporti in ambulanza per continuare a garantire un servizio utile e sicuro ai nostri assistiti», commenta il Direttore Generale Adriano Rasi Caldogno, «stiamo organizzando a stretto giro un incontro con le associazioni per approfondire le tematiche sollevate, nel consueto spirito di collaborazione e attenzione e per  la sicurezza dei suoi operatori e dei volontari in ogni circostanza».

Ultima modifica: