Rooming-in

Dal 2 ottobre 2006 nelle Unità Operative di Pediatria e Ostetricia-Ginecologia dell’ULSS n.1 si è iniziato ad assistere il neonato con il metodo del Rooming in, termine tecnico inglese che indica la presenza del neonato e della madre nella stessa stanza nei giorni trascorsi in ospedale dopo il parto.

Lo scopo è quello di permettere l’intimo e naturale contatto tra la mamma e il suo bambino in un ambiente “artificiale” com’è quello ospedaliero, consentendo al neonato un graduale passaggio tra l’ambiente intrauterino e il mondo esterno.
Rispetto all’assistenza tradizionale (neonato ricoverato al nido e madre ricoverata in ostetricia) il rooming in presenta importanti vantaggi:
anticipa la reciproca conoscenza tra la madre e il bambino;
dà la possibilità al neonato di succhiare al seno in qualsiasi momento, rendendo l’inizio dell’allattamento più precoce ed efficiente;
previene problemi neonatali da scarsa alimentazione (ipoglicemia, ittero, calo di peso);
il bambino piange meno, è più tranquillo, può essere sempre coccolato;
il neonato conforta la mamma con problemi legati al parto;
favorisce la conoscenza e il contatto con il padre e con eventuali fratellini/sorelline rafforzando i legami intrafamiliari;
da ultimo riconosce alla mamma un ruolo centrale nella gestione del suo bimbo, permettendole di riconoscere e segnalare eventuali bisogni e difficoltà al personale di assistenza.
Il personale di assistenza svolge un ruolo di sostegno alla madre e al neonato, promuove e favorisce l’allattamento al seno, dà gli opportuni consigli di puericultura, interviene in caso di problemi o difficoltà, sorveglia l’adattamento del neonato nei primi giorni di vita.
In questa fase di inizio il rooming in verrà applicato nelle ore diurne, per essere quindi esteso in una fase successiva a tutte le 24 ore.

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