Report GIVITI 2016 Terapie Intensive.

La Rianimazione di Belluno si conferma fra le più efficienti nel Veneto ed in Italia. Lo si evince dalle analisi effettuate annualmente dal GIVITI (Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva). Il GIVITI, che opera presso l’Istituto Mario Negri, elabora annualmente le statistiche relative ai pazienti ammessi nelle Rianimazioni Italiane che aderiscono ad esso, inviando i dati relativi al tipo di pazienti, al profilo di cura e agli esiti. Si tratta di 166 Rianimazioni Italiane per un totale di circa 50000 pazienti ricoverati, di cui 22 nel Veneto per un totale di circa 8500 pazienti ricoverati. Ciò consente a ciascuna Rianimazione di confrontarsi con realtà analoghe e di valutare la qualità delle prestazioni fornite.

Nel 2016 la Rianimazione di Belluno ha accolto 489 pazienti con un’età media di 67 anni. Significativo il numero di traumi e politraumi, pari al 30% (di cui il 10,6% con trauma cranico), rispetto al 17% delle Rianimazioni del Veneto (di cui il 4,7 % con trauma cranico). Questo, in linea con la vocazione turistica e le attività lavorative svolte sul territorio provinciale e grazie alla presenza presso l’Ospedale di Belluno della Neurochirurgia, della Chirurgia d’urgenza e della Traumatologia Ortopedica che danno risposte tempestive ed efficaci in caso di incidenti anche gravi.

Altrettanto di rilievo è la bassa percentuale (15,6% rispetto al dato del 31,2% delle Rianimazioni del Veneto) dei pazienti ammessi in Rianimazione per controllo postoperatorio dopo interventi di chirurgia maggiore. Ciò avviene grazie al funzionamento, a partire dal 2004, della sala di risveglio Postoperatorio collocata presso il Gruppo Operatorio e gestita dai Medici anestesisti con gli Infermieri di anestesia che nel 2016 ha accolto ben  382  pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore, fornendo loro adeguata assistenza postoperatoria, senza che debbano essere collocati nei posti-letto della Rianimazione, da destinare invece ai pazienti più critici. Conseguentemente, i pazienti più gravi possano trovare sempre collocazione presso la Rianimazione di Belluno e solo per i rari casi con problematiche particolari (Es.: Cardiochirurgia, Grandi Ustioni, Neuroradiologia Interventistica, Età Pediatrica), si dispone il trasferimento, sempre peraltro tempestivo ed in assoluta sicurezza.

I dati del 2016 mostrano infine che i pazienti accolti presso la Rianimazione di Belluno presentano un rischio di morte inferiore rispetto a quello previsto sulla base del modello prognostico elaborato dal GIVITI e riferito alla totalità delle Rianimazioni aderenti al progetto. I decessi osservati sono stati infatti 93, cioè 4,7 in meno dei 97,7 previsti dal modello GIVITI per il 2016. Anche se questo dato non ha una certezza statisticamente dimostrabile, fornisce a Medici ed Infermieri della Rianimazione la consapevolezza dei frutti del proprio impegno ed ai cittadini bellunesi un elemento concreto di fiducia sulla qualità delle cure erogate presso la Rianimazione del capoluogo di provincia.

 

Ultima modifica: