Operazioni alla tiroide senza segno

Ottobre è il mese dedicato alla salute in rosa. Tra le malattie che più colpiscono le donne ci sono le patologie a carico della tiroide.

Alcuni studi evidenziano che negli ultimi anni è aumentata l’incidenza di tumori della tiroide, con la richiesta di intervenire chirurgicamente. Frequentemente, questo tipo di intervento lascia una cicatrice visibile alla base del collo.

 

Dallo scorso giugno, nell’ UOC di Otorinolaringoiatria di Belluno, ha preso avvio una nuova metodica per l’ asportazione della tiroide con tecnica miniinvasiva assistita da ottiche ad alta definizione (MIVAT).

 

«Con questa metodica e’ possibile operare il paziente anche con una incisione sul collo di solo 1,5 cm per patologie della tiroide fino a 35-40 mm di grandezza», spiega il direttore dell’Otorinolaringoiatria di Belluno Roberto Bianchini. «Durante l’ estate sono state operate alcune pazienti tra cui anche una ragazza molto giovane con un tumore maligno della tiroide».

 

«Questa tecnica comprende il concetto di trauma ridotto per il paziente con minor dolore post-operatorio e piu’ rapida ripresa funzionale. Inoltre, è valutata positivamente per il risultato estetico:  negli ultimi trent’anni la cicatrice e’ passata prima  da 10  a 5 centimetri con la conservazione di tutti i muscoli e ora a 1.5 cm con l’ introduzione dei bisturi a ultrasuoni e delle tecniche video-assistite», conclude Bianchini.

 

«Questa tecnica rappresenta un’opportunità. Prioritariamente va risolto il problema clinico attraverso l’intervento:la degenza più breve e la riduzione del dolore favoriscono un ritorno più rapido alla quotidianità del paziente», commenta il direttore generale Maria Grazia Carraro, «anche il fattore estetico è importante, anche perché questa patologia colpisce più frequentemente donne e giovani: questa tecnica consente una cicatrice meno visibile che aiuta anche nel recupero psicologico. L’attenzione al benessere della persona assistita passa anche per questi aspetti, così come lo sviluppo della medicina di genere».

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