Medicina rigenerativa: eccellenza a Belluno

La Medicina Trasfusionale di Belluno è all’avanguardia sull’uso di emocomponenti con finalità rigenerative.

 

L’uso non trasfusionale di emocomponenti con finalità rigenerative nasce nel 1998, quando un chirurgo maxillofacciale R.E. Marx per primo applicò il plasma ricco di piastrine autologo per stimolare la rigenerazione dell’osso mandibolare. Il razionale sotteso era sostenuto dalla possibilità di indurre uno stimolo rigenerativo tissutale sfruttando i “fattori di crescita” contenuti nelle piastrine.

 

Nati per il trattamento di patologie ossee, ben presto il loro utilizzo si è esteso a patologie tendineo-legamentose, muscolari, cartilaginee, cutanee e corneali, coinvolgendo competenze cliniche specialistiche come l’ortopedia, la chirurgia, la dermatologia e l‘oculistica.

 

Già dal 1999 il Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Belluno produce e applica in collaborazione con diverse Unità Operative emocomponenti a uso non trasfusionale per indurre stimoli rigenerativi tissutali in vari ambiti clinici, in particolare è stato fra i primi a introdurre l’uso di questi emocomponenti per il trattamento delle ulcere croniche della cute.

 

Negli ultimi dieci anni sono stati trattati 3.178 pazienti per 11.405 applicazioni, afferenti per il 78% alla patologia ortopedica, per il 18% alla patologia cutanea e per il 4% alla patologia corneale.

 

Nell’ultimo decennio inoltre, il Trasfusionale di Belluno ha definito e validato un nuovo metodo per produrre una membrana leuco-fibrino-piastrinica applicabile nelle lesioni della cartilagine del ginocchio.

 

Dal 2012 a oggi l’interesse suscitato presso gli ambienti scientifici e clinici del nuovo metodo, ha consentito di ampliare gli ambiti applicativi nella patologia umana e, per le competenze acquisite, il Trasfusionale di Belluno è stato coinvolto nella stesura delle linee guida e della normativa che regola a livello regionale l’utilizzo di questi nuovi emocomponenti.

 

Negli anni, grazie all’esperienza acquisita e alle scelte innovative, diverse istituzioni accademiche e associazioni hanno stretto con Belluno delle collaborazioni per approfondire le potenzialità del nuovo metodo e le caratteristiche della membrana leuco-fibrino-piastrinica. Fondamentale è stata la collaborazione con la Fondazione TES (Tissue Engineering and Signaling) e l’Università di Padova, attiva dal 2013 e sostenuta dell’Associazione Bellunese Donatori di Sangue (ABVS), che ha consentito di caratterizzare e definire in dettaglio i meccanismi di funzionamento della membrana. I risultati e i potenziali sviluppi futuri di questo nuovo metodo sono stati pubblicati in riviste scientifiche specialistiche di assoluto livello.

 

«Un’altra importante eccellenza che dà  lustro alla nostra Azienda», commenta il Direttore Generale Maria Grazia Carraro, «gli sviluppi in ambito di medicina rigenerativa sono molteplici e già utilizzati da diverse unità operative a beneficio anche di pazienti che arrivano da fuori provincia ».

 

 

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