Intossicazioni da monossido di carbonio: cosa è bene sapere?

Dopo l’intossicazione da monossido di carbonio avvenuta sabato sera a Borgovalbelluna, l’Ulss Dolomiti approfondisce alcuni aspetti che si ritiene utili per la prevenzione.

Il direttore sanitario, Giovanni Maria Pittoni, spiega che:

«Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore e insapore, assorbito dall’uomo per via respiratoria, che viene prodotto a causa di una combustione incompleta, in carenza di ossigeno.

L’avvelenamento da monossido di carbonio è la causa di morte più diffusa tra gli avvelenamenti. Una volta respirato, il monossido si lega all’emoglobina, impedendo il normale afflusso di ossigeno agli organi e ai tessuti. Il primo organo che ne risente è il cervello. I primi sintomi che compaiono sono cefalea, nausea, vertigini. Quando l’intossicazione è più grave si arriva alla sincope.

In caso di intossicazione acuta di CO, è necessaria la rapida somministrazione di ossigeno eventualmente attraverso la camera iperbarica».

«Nel caso avvenuto sabato notte, l’equipaggio del 118 intervenuto, allertato per una sincope, ha dimostrato il suo valore grazie all’intuizione che ha fatto collegare i segni/sintomi al contesto e ha avviato degli approfondimenti diagnostici ricercando appena possibile il monossido nel sangue e utilizzando il rilevatore anche nell’ambiente dove si era verificato il fatto. L’èquipe infermieristica del 118 ha così contribuito sostanzialmente ad arrivare rapidamente ad una diagnosi ed ad attivare le terapie adeguate. Utile sicuramente anche il recente corso di formazione sulle maxi emergenze fatto dalla nostra Ulss che ha fatto crescere le competenze e la capacità di interpretare ciò che viene rilevato per discuterlo con la centrale operativa per una diagnosi tempestiva come previsto dai protocolli delegati di assistenza. Le competenze del personale infermieristico sono in costante crescita e sono un valore aggiunto che ci avvicina ai paesi anglosassoni dove la figura dell’infermiere ha un ambito di azione più ampio. Infine, ho rilevato con piacere che l’ospedale ha risposto in modo unitario e con senso di responsabilità dando una risposta rapida e la migliore possibile a una situazione di emergenza», conclude il direttore sanitario Giovanni Maria Pittoni.

Stefania Peterle, dirigente chimico dello SPISAL dell’Ulss Dolomiti dà alcune utili informazioni in ambito preventivo per evitare la formazione di monossido di carbonio.

  • «Controllare gli impianti di combustione: è fondamentale che gli impianti brucino in maniera efficiente e quindi vanno controllate le integrità delle parti e il tiraggio, con regolare manutenzione secondo le indicazioni del costruttore , consigliabile almeno una volta all’anno;
  • Controllare che il tubo di espulsione fumi non sia ostruito , e regolarmente pulito;
  • Controllare la tipologia di combustibile: la legna deve essere secca e vergine, cioè non contaminata da vernici, olii o altri componenti estranei;
  • Controllare che la ventilazione sia garantita, ovvero il locale abbia aperture in grado di garantire un apporto di aria dall’esterno;
  • Dotarsi di rilevatori di monossido di carbonio.

L’organismo umano non è in grado di avvertire la presenza di CO in ambiente quindi è bene dotarsi di rilevatori di monossido. Sono dispositivi a costo contenuto che rilevano la presenza di gas nell’aria e avvisano il superamento di soglie pericolose per la salute».

Il tema dei rischi da monossido sarà approfondito in un “Mercoledì della salute”.

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