Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer grazie a nuovi esami che si eseguono al Laboratorio Analisi dell’Ospedale San Martino

Con il termine “demenza” si indica un insieme di malattie che si manifestano clinicamente con iniziali disturbi di memoria, cui seguono nel corso del tempo disturbi del linguaggio, dell’orientamento, delle capacità di ragionamento, di critica e giudizio, con perdita progressiva dell’autonomia funzionale fino ad arrivare ad una pesante interferenza nella normale vita quotidiana. Oltre che sul piano individuale tali patologie hanno un impatto notevole anche in termini socio-sanitari, sia perché un sempre maggior numero di famiglie ne sono drammaticamente coinvolte, sia perché richiedono l’attivazione di una qualificata rete integrata di servizi sanitari e socio-assistenziali.

Secondo il Rapporto Mondiale Alzheimer del 2015 a livello mondiale ci sono 46,8 milioni di persone affette da una forma di demenza (in Italia oltre 1 milione e 200 mila). Dato l’allungamento delle aspettative di vita e l’invecchiamento progressivo della popolazione questa cifra è destinata quasi a raddoppiare ogni 20 anni, fino a raggiungere 74,7 milioni di persone nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050.

Tra le varie forme di demenza la malattia di Alzheimer è la più comune (60% di tutti i casi).

Si tratta di una malattia degenerativa, che colpisce progressivamente le cellule cerebrali provocando il declino globale delle funzioni cognitive, il deterioramento della personalità e della vita di relazione.

Come in altre malattie neurodegenerative la diagnosi precoce è importantissima. Permette infatti di trattare alcuni sintomi della malattia e, soprattutto, consente al paziente di pianificare il suo futuro quando ancora è in grado di prendere decisioni.

La ricerca ha dimostrato che alla base della malattia vi è un accumulo progressivo nel cervello di una proteina, chiamata beta-amiloide, che distrugge le cellule nervose.

Oggi il Laboratorio Analisi dell’Ospedale di Belluno è in grado di fornire al medico neurologo uno strumento aggiuntivo per la formulazione di una diagnosi precoce nei casi di sospetta malattia di Alzehimer. Ciò grazie al dosaggio su liquido cerebro-spinale di alcuni marcatori di neurodegenerazione come la beta amiloide (1-40 e 1-42) e la proteina Tau. Questi esami, in associazione alle indagini radiologiche quali RMN o PET cerebrali, possono aiutare ad ottenere una diagnosi più accurata e precoce della malattia di Alzheimer; diagnosi precoce che sempre più risulterà indispensabile ad indirizzare il paziente verso strategie terapeutiche, attualmente in fase avanzata di sperimentazione, che si spera potranno modificare il decorso della malattia.

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